martedì 16 febbraio 2016

Victor Gischler "Notte di sangue a Coyote Crossing"






 Generalmente, innanzi al cadavere di una vittima di omicidio, a esser stupiti sono coloro che assistono a quella scena di carne inanimata. Il volto di Luke Jordan, però, è quello che manifesta più stupore di tutti. Luke Jordan è il morto ammazzato che sporge dal pick-up come il vassoio di un drive-in sporco di ketchup incrostato e sabbia dell'Oklahoma. Granelli delle stesse dimensioni di quella misera cittadina chiamata Coyote Crossing.
 Quella stessa sabbia, che incrosta il vassoio cadaverico, disidrata la gola di Toby, agente a mezzo servizio lasciato a tener le mosche lontano dalla carcassa di Luke, mentre il Capo della polizia è andato ad avvisare i restanti fratelli Jordan, i quattro liberi visto che uno è al gabbio, e Billy, agente a pieno servizio, è andato a riempire le scartoffie alla stazione. Sabbia che lo porta ad allontanarsi per prendere una cola allo Skeeter's, unico bar di Coyote Crossing. Risulta difficile, che a quell'ora della notte e in quel posto sperduto, possa passare Gesù Cristo e causare la miracolosa deambulazione e fuga di Luke. 
 Il problema, in realtà, non è tanto la cola, quanto tutto cio che è conseguente a essa. Dopo un giretto, non puoi certo lamentarti se quel pezzo di carne e piombo non è più al suo posto. Non puoi certo lamentarti se tutti ce l'avranno con te. Il problema è che coloro che illumineranno le strade di Coyote Crossing non saranno quelli degli "affari interni". Quelli che cercheranno Toby saranno criminali che non avranno problemi ad assediare un'intera cittadina. Criminali che faranno di tutto per mandarlo a far compagnia a Luke, perché il suo corpo non si sa dove sia finito, ma la sua anima è di sicuro all'inferno.

  L'inizio di "Notte di sangue a Coyote Crossing" mette a proprio agio con il suo umorismo nero e quell'approccio creativo di Toby verso il proprio lavoro. Lentamente e inesorabilmente le cose cambiano. E' come se una nuvola gigantesca e più nera della notte oscurasse il cielo sopra quella cittadina sperduta. Toby vedrà quelle ore crepuscolari divenire sempre più scure, fin quasi a portarlo alla follia per una situazione incomprensibile. Coyote Crossing diventerà ancora più isolata di quanto non lo sia in realtà, quasi spopolata dei suoi abitanti, rintanati nelle loro case, mentre lui si muove in una città fantasma presa d'assalto da un gruppo di psicopatici che calano su di essa, come antichi barbari, per vendicare la morte di Luke.
 L'opera di Victor Gischler è un romanzo di formazione condensato in una maledettissima notte, vissuta tra inseguimenti alla Sam Peckinpah e assedi alla John Carpenter.





2 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Ricordo la sua uscita e ricordo che volevo tanto leggerlo, avendo apprezzato "La gabbia delle scimmie" di Gischler, ma poi non ci sono mai riuscito...

Ivano Satos ha detto...

Io ho intenzione, su consiglio di Mirko Giacchetti , di leggermi "Black City" :)