mercoledì 5 ottobre 2016

Zagor "Zenith 666"





  Lupo Solitario ha finalmente trovato la pace, grazie a una tribù senza nome costituita da pellerossa che hanno scelto di abbandonare la violenza e la guerra. La sua quiete viene lentamente sconvolta dall'arrivo di un uomo misterioso, Occhi di Giaccio, che approfittando della morte del capotribù e della complicità dello stregone, Coltello Lucente, riesce ad accresce la sua influenza su quegli uomini pacifici e a convincerli a raggiungere una terra ricca posta oltre il Lago Arcobaleno. Solo la famiglia di Lupo Solitario si oppone a questa decisione, proprio per questo Occhi di Ghiaccio si vendica rapendogli la moglie e il figlio, costretti a raggiungere con gli altri quel territorio misterioso.
 Questa è la tragedia che ha portato Lupo Solitario a chiedere l'aiuto di Zagor, il quale comprende immediatamente che quella terra misteriosa è legata alla sorgente segreta del Susquehanna. Per la loro missione risulta quindi indispensabile l'aiuto di Digging Bill e della sua mappa. Una mappa che rappresenterà il legame con un'altra dimensione...



Zagor 200





    In questi giorni, abbiamo narrato le storie di tre personaggi, creati da Sclavi,  che rincontreremo in "Zenith 666", ossia Signore Nero, Lupo Solitario e Devil Mask. Oltre a Golnor vi è un altro luogo che vibrerà nuovamente sotto l'urlo zagoriano, ossia la sorgente segreta del fiume Susquehanna. Come negli altri tre casi, ridurrò all'osso la storia, pur narrandovela per intero, in modo tale da permettervi di leggere il nuovo numero di Zagor, apprezzandone pienamente la trama e le numerose citazioni, ma senza impedirvi di leggere "Zagor 200" nel caso in cui riusciate a  recuperarlo in futuro. Soggetto e sceneggiatura sono di Sclavi, mentre i disegni di Ferri. L'albo fu pubblicato nel marzo del 1982.


 Digging Bill, esperto cacciatore di tesori, convince Cico a seguirlo in una folle e pericolosa missione, ossia trovare la segreta seconda sorgente del fiume Susquehanna e il tesoro della nave "Discovery"!
 La nave partì da Portsmovth il 18 febbraio 1753, per penetrare, nella primavera dello stesso anno, nella baia di Chesapeake e risalire il fiume Susquehanna, diretta al forte "Giorgio II" per consegnare il suo carico d'oro. In realtà la nave proseguì fino alla sorgente del Susquehanna, dove il comandante James P. Holbuck, insieme ai suoi ufficiali rinnegati, massacrò il resto dell'equipaggio fedele alla corona. Ormai sicuri del loro rifugio, i traditori scesero a terra per raggiungere un centro abitato dove procurarsi il necessario per scaricare le preziose casse presenti sulla nave. Al loro ritorno non vi era più traccia della nave. La leggenda narra che la scomparsa della nave sia stata causata dal passaggio di una misteriosa cometa, il cui ritorno farà riemergere la nave.



martedì 4 ottobre 2016

Zagor e Devil Mask






 Devil Mask è il terzo personaggio, creato da Sclavi,  che rincontreremo in "Zenith 666", in edicola dal primo ottobre. Egli fa il suo ingresso nel mondo dello "Spirito con la Scure" con l'albo omonimo n°201 (252), soggetto e sceneggiatura di Sclavi, disegni di Ferri. L'opera è stata pubblicata nell'aprile del 1982.
 Cico, per distrarsi dalla pace di Darkwood, è diventato un accanito lettore dell'Enciclopedia Medica di Filadelfia, con conseguente ipocondria acuta che lo induce a provare qualsiasi rimedio trovi a disposizione, come "L'Elisir Mondiale". Peccato che questo prodotto abbia degli effetti molto strani...



lunedì 3 ottobre 2016

Zagor e Lupo Solitario





 Secondo appuntamento con i personaggi che rincontreremo in "Zenith 666". Dopo il Signore Nero, parliamo di Lupo Solitario, la cui avventura  ha inizio  nell'albo omonimo n°198 (249), soggetto e sceneggiatura sono di Sclavi, i disegni di Gamba e Donatelli. L'albo venne pubblicato nel gennaio del 1982.

 La giornata di Zagor risulta povera di prede ma ricca di strani personaggi. Egli incontra infatti un pellerossa che, senza alcun apparente motivo, lo sfida in un violento duello. Sconfitto, l'umiliato indiano rivela il suo nome, ossia Lupo Solitario, prima di scomparire.
 Quella stessa notte sarà un bianco, Steve Warren, a lasciare perplesso il nostro eroe. Chiesta ospitalità, il silenzioso viandante scatta come una violenta molla dopo aver casualmente udito il nome di Lupo Solitario.



Zagor e il Signore Nero!





 Dal primo ottobre è disponibile in edicola il n°615 di Zagor, "Zenith 666", Soggetto e Sceneggiatura di Luigi Mignacco, Disegni di Luigi Piccatto. La bellissima copertina è di Alessandro Piccinelli.




"Un nuovo incontro fra lo Spirito con la Scure e Lupo Solitario dà il via a un’incredibile avventura sulle tracce di una tribù scomparsa nel nulla mentre spostava il proprio accampamento nei pressi delle sorgenti del fiume Susquehanna... là dove si arenò, in epoche passate, un galeone carico d'oro, ora abitato da zombi! A Zagor, Cico e il loro amico pellerossa si aggrega anche “Digging” Bill: i tre finiscono per varcare il confine tra il nostro mondo e quello del reame di Golnor, dove li attendono Galad il Riol, Elchin il mago, Panko il Parvol, ma dove incombe anche la minaccia del redivivo Signore Nero, che tesse i fili di un losco intrigo..." (fonte sergiobonelli.it)


 In questo numero incontreremo alcuni personaggi creati dal grande Tiziano Sclavi. Ho quindi deciso di creare un post per ognuno di essi, dove sintetizzare le loro avventure passate. Oggi parleremo del Signore Nero, mentre nei prossimi giorni ci dedicheremo a Lupo Solitario e a Devil Mask, fino a recensire l'allettante "Zenith 666". Le storie verranno descritte per intero, ma avrò l'accortezza di tralasciare numerosi elementi interessanti. Se riuscirete quindi un giorno a procurarvi gli albi interessati, potrete effettuare una piacevole lettura  dell'avventura anche se ormai a voi già nota per gli elementi essenziali.
 La storia del Signore Nero ha inizio sul numero 194 (245), "Il Teschio di Fuoco", Soggetto e Sceneggiatura di Sclavi, Disegni di Donatelli, pubblicato nel settembre del 1981. 




martedì 20 settembre 2016

"Uomini e Lupi", Giuseppe De Santis e i trapper dell'Abruzzo nella selva della fame.






     L'inverno, tra le montagne dell'Abruzzo, è un manto sensoriale che cala sulla povera gente. Il freddo che brucia la carne. La neve che oscura la vista. I lupi che stregano le orecchie con i loro ululati, come il pianto famelico di un bambino crudele e mai sazio, che strazia il seno di una madre denutrita.
 I lupari sono gli esorcisti di questi demoni e delle loro urla magiare. Esorcisti i quali paiono quasi fratelli di quegli stessi spiriti del male che tanto combattono. Forse usciti dallo stesso inferno di ghiaccio un attimo dopo i lupi. Inferno in cui rientrano, dopo che questi ha ingoiato nuovamente le sue fiere.
 Il luparo Giovanni (Pedro Armendáriz) giunge a Vischio insieme alla moglie Teresa (Silvana Mangano) e al figlio Pasqualino. La paga di 20.000 lire per ogni lupo ucciso, 25.0000 se femmina, non è molto, tenendo conto che sarà necessario acquistare della carne per poter spingere le bestie verso le tagliole.
 La taglia non è molto ma è comunque un richiamo per i lupari. Richiamo che trascina anche Ricuccio (Yves Montand) in quel paese sperduto. A lui si lega immediatamente Pasqualino, grazie alla sua spensieratezza e a quel sorriso che illumina costantemente il suo volto. Per i due adulti, sarà molto diverso.



 Se per Giovanni essere lupari è avere come unico padrone la natura, per Riccardo è diverso. Le sue stesse abitudini, il bagno e la barba ogni mattina, lo rendono più "comodo" dello stesso figlio del padrone per cui egli lavora. La spensieratezza di Ricuccio lo fa apparire come una divinità di quei boschi, con i suoi canti che sferzano le frondi e la sua figura che si aggira in quel bianco solcato dagli alberi. Una divinità minore, ancora in cerca di un ruolo in un sistema forse troppo vasto per lui. Per lui esser lupari è un espediente, un modo per mangiare, perché <<la fame non fa viaggiare solo ai lupi>>.




martedì 22 marzo 2016

Alessandro Reali "Risaia crudele. Quei giorni dell’inverno ’45"






 Casoni Borroni, agosto 1998. I cimiteri, per chi ha solcato la storia di quelle terre, sono come biblioteche. Ogni lapide nasconde il racconto di una vita. Una vita rievocata da quel nome inciso, come fumi di lauro, in un antico tempio, che avvolgono il visitatore. Romanzi il cui rimembrare non scorre pagine, ma dissotterra dolori sepolti che lentamente ricoprono i vivi come i morti.
 Quella terra, Lisandro comincia a sentirsela addosso, dopo esser tornato nel luogo in cui è nato settantacinque anni fa. Ritornato dalla California per rispondere a un invito inaspettato, egli troverà quei ricordi ancora vivi, come se il finire del '44 non fosse poi così lontano. Un tempo che l'ha visto passionale e folle, incapace di trattenere il suo spirito ribelle e vendicativo.
 Un '44 in cui il Giusto non può voltare il capo altrove, facendosi magari trascinare dalla sudditanza a un padre potente o dal complesso dell'impotenza verso la forza dei possidenti locali, la cui aderenza ideologica verso correnti di amor patrio sono solo vili menzogne aristocratiche per difendere diritti altrui espropriati. Un modo per continuare a marcare il proprio territorio e i propri schiavi, perché questo era il senso reale di tal aderenza. Erano altri coloro che morivano per un ideale. Erano altri coloro che morivano per la fede, visto che anche il clero mostrerà il suo volto in questo gioco di poteri e interessi.

domenica 20 marzo 2016

"Standoff - Punto Morto" (2016) di Adam Alleca





    La piccola Isabelle "Bird" è stata accompagnata da Roger, il fidanzato della zia, a visitare la tomba dei propri genitori. Il suo dolce volto nascosto da una reflex, quasi a filtrare la propria emotività che non la realtà esterna.
 Contravvenendo a quanto promesso a Roger, Isabelle fotografa i partecipanti di un funerale. Il suo non sarà un reportage di dolore spirituale o di speranza escatologica. Il suo sarà un portfolio di dolore fisico e di morte violenta.
 Un uomo con passamontagna (Laurence Fishburne), dopo aver eliminato a distanza sia il prete sia la guardia del corpo della vedova, si dirige verso quest'ultima. Lentamente. Quasi ammortizzato dalle preghiere di quella donna in nero. Lento come la certezza della Morte.
 Certezza che porta il killer a mostrare il proprio volto alla vittima, aumentando il suo terrore nella consapevolezza di una morte inesorabile.
 Sade, questo il nome del killer assoldato per l'eliminazione della donna, getta tutti i cadaveri, compreso il suo fucile e la bibbia del prete, nella fossa che in origine avrebbe dovuto ospitare una sola salma. Egli non potrà comunque seppellire l'immagine del suo volto ormai impressa, insieme al suo atto, nel rullino della macchina fotografica di Isabelle.




 Forse non potrà seppellire quelle foto, ma potrà seppellire facilmente il corpo di Robert, giunto sul luogo della strage per cercare Isabelle. Sconvolta dal nuovo omicidio, la ragazzina fugge, seguita dai proiettili che Sade indirizza a lei e alla preziosa macchina fotografica.
 Proiettili che l'accompagnano fino al casolare di Carter (Thomas Jane), riversandosi su quelle mura e sulla stessa gamba del veterano di guerra. Rifugiatisi in casa, ha inizio la resistenza all'assedio perpetrato da Sade, il quale vede il progressivo aumento dei problemi a carico di una missione che stava per concludersi in maniera perfetta.




giovedì 17 marzo 2016

Ken Parker "Cronaca" n°37







     Butte, Montana. Ken Parker è seduto a un tavolo del rigoglioso Parrish Hotel, riempiendosi lo stomaco e allietandosi con l'ascolto di freschissime buone novelle.




  La lettura di quell'articolo sulla rapina avvenuta alla sede della Wlls Fargo di Boise City, nell'Idaho, pare quasi un oracolo per Ken, il quale verrà assunto, poco dopo, proprio da Geoge Maledon, pubblico ufficiale incaricato di recarsi sul luogo del massacro avvenuto un mese prima.
 Ken Parker cerca di informarsi sulla rapina attuata dalla banda Hagler attraverso i vecchi giornali recuperati durante il viaggio verso Boise City. Egli legge della continua opera di terrore attuata dai membri della banda e rivolta verso i testimoni, i giurati e i pubblici ufficiali coinvolti nel processo.

mercoledì 16 marzo 2016

Presentazione di "Piombo, polvere e sangue", saggio di Mario Raciti






 Tra varie delusioni, la blogosfera può regalare persone magnifiche. Persone che abbracciano il tuo blog come se fosse un compagno di viaggio, dimostrandosi sempre disponibili e lontane da certe tendenze competitive da idrocefali. Persone magnifiche come Mario Raciti, autore dei blog Western Campfire e Libreria Western. Sono felicissimo quindi di segnalarvi la pubblicazione, da parte della Villaggio Maori Edizioni, del suo saggio "Piombo, polvere e sangue". Potrete acquistare il libro, al costo di 16 euro e senza spese di spedizione utilizzando paypal o bonifico bancario, direttamente dal sito della casa editrice.

 "Il cinema e la letteratura hanno da sempre raccontato le gesta di pistoleri veloci e letali, sceriffi implacabili, giudici dall'impiccagione facile, assalti alle diligenze, rapine alle banche, sparatorie selvagge. Ma quanto c’è di mitico e quanto di vero? In questo libro Mario Raciti esamina le dinamiche storiche, sociali e ambientali che resero il West americano un territorio violento e pericoloso. Ripercorre le gesta e le vite di alcuni dei protagonisti della storia della Frontiera – uomini di legge, cacciatori di taglie, banditi psicopatici, cowboy, prostitute, giocatori d'azzardo, pistoleri sanguinari o semplici pionieri. Sfata alcuni miti duri a morire, mette in mostra il lato brutale della vita quotidiana nel vecchio West e illustra i pericoli di una terra che fu allo stesso tempo meravigliosa e selvaggia."

Qui potete leggere l'articolo di presentazione del libro, scritto da Mario Raciti sul suo blog.






Zagor: "I Due Sosia" n°5; "La Lancia Spezzata" n°6; "Il Popolo Della Palude" n°7







"I Due Sosia" n°5

(continua dal numero precedente) Lo stratagemma, ideato da Simons e Kleber, ha portato i suoi frutti. Il sosia di Zagor è alla guida del calesse con le paghe di tutti i soldati della regione. Unico problema è la presenza di un soldato di scorta. Sarebbe più corretto dire che era un problema...




 Come profetizzato da Kleber, Zagor viene ritenuto responsabile del furto, quindi arrestato e condotto al forte. Riuscirà il nostro eroe a dimostrare la sua innocenza?


L'impronta misteriosa. Zagor e Cico sono impegnati in una battuta di caccia in canoa, quando improvvisamente si ritrovano appiedati a causa di un alce che distrugge la loro imbarcazione. Zagor decide di raggiungere la capanna di Jess Holeg, ma che argomento utilizzare per convincere un Cico inzuppato e infreddolito?




 Quando la coppia raggiunge la capanna, una scena inquietante si apre innanzi a loro.




martedì 15 marzo 2016

Zagor "L'Ombra del Faraone" n°656







Testi : Capone Disegni: Nisi

(continua dal numero precedente) Gli Iron Wolves guidati da Manuel Cordero continuano a setacciare la foresta in cerca di Zagor e dei Mohawk di Tonka. Le tattiche di guerriglia, ideate dallo Spirito con la scure, possono solo rallentare l'avanzata di quell'orda di uomini crudeli diretta verso il villaggio indiano.




Tonka, nonostante sia ferito, potrà contare su un asso nella manica in grado di sconvolgere i piani di Cordero...

Potremo assistere alla splendida conclusione di una storia che fonda le sue basi sui primi numeri di Zagor. Una storia originale, con un colpo di scena veramente grandioso, che non lede la bellezza delle avventure ispiratorie e che dimostra la capacita di Capone di accrescere il vissuto di un personaggio leggendario


L'Ombra del Faraone. Testi: Burattini  Disegni: Torricelli.
  Alcuni soldati si recano alle prigioni, per condurre uno schiavo a lavoro. Uno schiavo particolare...



lunedì 14 marzo 2016

Mister No "Doppio gioco" n°30 e "El Loco" n°31





     Mister No giunge a Bogotà, come al solito in maniera non proprio tranquilla e senza il becco di un quattrino. Grazie a Dio, proprio quel giorno,  si festeggia "El dia della raza". Il nostro eroe potrà passare quindi una bella serata tra danze, alcool scroccato e donne. La tensione, derivante dal rovente fiato della dittatura, si fa comunque sentire. Tale fiato acido è rappresentato dai Pajaros, "gli uccelli", che uccidono gli oppositori a colpi di machete. La crème de la crème di tal miliziani si è riunita in una banda di criminali, i "Bandoleros", sfuggita al controllo della stessa dittatura. Banda capace di rubare tutto, dai beni degli stessi uomini della dittatura ai piper degli sfortunati gringo... Che diavolo ci faranno dei banditi in stile far West con un aereo turistico?




domenica 13 marzo 2016

Zagor e gli Adoratori del Sole in "La Furia di Zagor" n°21 e "L'Avvoltoio" n°22.







     Dal 3 marzo è disponibile in edicola il n°608 di Zagor, intitolato "L'ombra del faraone". Ecco la presentazione che ne fa il sito della bonelli:
"Il generale Trafford ha un conto aperto con i Mohawk, che in passato lo hanno scalpato, ed è dunque contro il loro villaggio che dirige il primo attacco dei suoi micidiali Iron Wolves... ma Tonka e Zagor non rimarranno certo a guardare! In seguito, Zagor scorta il professor Oldbones e il suo collega Pounder a verificare se, nei sotterranei della piramide un tempo costruita dal folle archeologo Vincent Krebs, vi siano dei preziosi reperti da recuperare. Ma una volta giunti sul posto, lo Spirito con la Scure si rende conto che fra le macerie occhieggiano minacciose presenze..."
  La nuova storia di Zagor si ricollega a un'avventura precedente dello Spirito con la Scure, che viene ripercorsa nei punti essenziali da un personaggio, in maniera tale da permettere la lettura del nuovo numero anche a coloro che non hanno seguito le prime avventure del nostro eroe. Anche in questo caso, come per "Il Ritorno dei Lupi Neri", ho deciso di ripercorrere in un unico post la storia a cui si collega l'ultimo numero di Zagor. Il fine è quello di permettere ai nuovi lettori curiosi  di conoscere qualche elemento in più della vecchia avventura, ma anche, magari, di stimolare la curiosità in coloro che non hanno mai letto Zagor o si sono allontanati da lui.


     "L'Agguato" (Testo: G. Nolitta  Disegni: G. Ferri, da Zagor "La Furia di Zagor" n°21 )
     Dopo una burrascosa sosta a Bedford (Indiana), Zagor e Cico si incamminano sulla pista che conduce a Fort Wayne. Improvvisamente, i nostri eroi assistono all'assalto di una carrozza da parte di due banditi non proprio svegli. Zagor non impiegherà molto a renderli inoffensivi.




 Zagor fa quindi la conoscenza del professore Oldbones, egittologo inglese diretto a Belleville, dove il collega Kenneth ha raccolto un elevato numero di reperti raccolti durante la sua ultima spedizione archeologica. Al professor Oldbones è stato assegnato l'importante compito di valutare l'origine dei singoli reperti.
 Il professore propone al suo salvatore di accompagnarlo in questo viaggio che lo condurrà a vedere opere indimenticabili. Zagor non può che accettare una proposta così allettante per la sua curiosità. Curiosità che sarà ben ripagata dalla collezione esposta all'interno della casa del prof. Kenneth. Una collezione molto eterogenea...



giovedì 10 marzo 2016

Ken Parker "Diritto E Rovescio" n°36





        Testo: G. Berardi   Disegni: I. Milazzo

     Helena, Montana. Ken Parker, quelle rare volte che si trova lontano dai boschi e dai sentieri impervi, ama godere di qualche distrazione. Per carità, nulla di trasgressivo e sconveniente, lo conosciamo bene il nostro eroe, ma un bello spettacolo ci sta proprio bene. Sperando che non vada a finire come la volta scorsa, in cui il palco, e per poco anche lo stesso Ken Parker, saltò in aria. Anche qui vi è un certo rischio, ma per fortuna a causa degli applausi del pubblico.




 Oltre a quello sul palco, sarà un altro lo spettacolo che si presenterà innanzi agli occhi di Ken Parker...




martedì 8 marzo 2016

"In nome della legge", il neorealismo western di Pietro Germi.







     Un calesse viene condotto su una strada sterrata circondata da un'arida solitudine. Due uomini sono in agguato e costringono,  con l'uso delle armi, il povero conducente all'immobilità. 
Purtroppo, colui che è costretto sin dalla nascita a chinare il capo innanzi al padrone, non può accettare di farlo innanzi a un pezzente suo pari, anche se questi è armato di fucile. Durante la colluttazione, egli riesce a vedere il volto di uno dei bambini. Ciò sarà la sua condanna a morte.
 Quella condanna evapora dal corpo del defunto per depositarsi su coloro che gli hanno inflitto la morte. Le terre di quel luogo, sono sotto il controllo di Massaro Passalacqua (Charles Vanel), la cui protezione aleggia sul barone Lo Vasto (Camillo Mastrocinque), padrone di quel corpo ormai senza vita, ma soprattutto sulle due mule sottratte dai banditi.
Passalacqua deve muoversi in fretta, per punire coloro che hanno osato sfidarlo proprio nel momento in cui il nuovo pretore, Guido Schiavi (Massimo Girotti),deve giungere a Capodarso. La gente deve capire chi può tutelarli realmente. Quel qualcuno è lui, non certo la legge ordinaria col suo giovane pretore.





Le connessioni, tra il film neorealista e il western americano, sono palesi sin dall'inizio. Il film si apre con un paesaggio che sembra rubato a un film di Ford e al suolo dello Utah. La voce fuori campo presenta la Sicilia come una terra di contrasti, giardino di agrumeti da un lato e dall'altro la tragica aspra bellezza di un mondo misterioso. Proprio come il vecchio West.
 Contrasti, tra fertilità e aridità, che si manifestano con la rapina ai danni del contadino sul calesse, da parte dei banditi con i fazzoletti che coprono i volti scolpiti dalla sofferenza, dalla rabbia e dal sole. Sole che rende arida la terra e quel corpo insanguinato non appena le dona il suo sangue.
 Altro elemento è il potere consolidatosi in una determinata area, in mano a un unico uomo, e l'uomo di legge, o il giusto, che giunge in quella terra sottomessa. Lo Shane per intenderci.



 
 L'arrivo in treno del pretore, in una stazione semi deserta con la luce che brucia quasi la pellicola, e il suo ruotare quasi su se stesso, per osservare i pochi presenti come per studiarne la volontà, sembra una di quelle scene che diventeranno famose nei film di Leone, ma che già furono di Zinnemann. Un uomo lo chiama per nome. Lo deride quasi, per l'abito indossato in una giornata così calda, ma soprattutto per il suo essere lì. Gli consiglia di prendere il treno per Palermo. Di tornare a casa per chiedere il trasferimento o magari per cambiare mestiere. Quell'uomo è come un miraggio, sfumato tra un diavolo e un grillo parlante. Un ibrido che accoglie con gioia l'arrivo del treno per il capoluogo. Sorridendo prima di  sparire. Sorridendo per la felicità di aver finalmente abbandonato quella città e il suo vecchio ruolo di pretore.



domenica 6 marzo 2016

Spaghetti Estern: viaggio verso la frontiera italica, tra sudisti, briganti, guardie e partigiani!





 E' da un po' di tempo che avevo intenzione di presentare questa nuova rubrica. Inizialmente avevo pensato a sfruttare il legame tra la Guerra Civile Americana e il nostro Risorgimento, con conseguente connessione tra banditi ex-confederati e briganti. Ciò mi avrebbe anche permesso di inserire alcuni lavori di autori artigiani, come quelli di Lucius Etruscus e Alessandro Girola. Sentivo comunque che il progetto non era completo. Sentivo l'assenza di un tassello fondamentale.
 Chi visita i miei blog è ormai abituato ai miei continui salti tra diversi generi, ma ve ne sono due che io amo alla follia e che amerò sempre. Questi due generi sono il Western e il Neorealismo. Generi che presentano fortissimi legami, focalizzandosi entrambi sul concetto esistenziale di sfida. Sfida verso la terra, donatrice di vita o avara di essa, e sfida verso i soprusi dei tiranni. Sfida, comunque, diretta sempre verso se stessi. Verso ciò che si era e ciò che è giusto divenire.
Neorealismo e Western come esaltazione dell'evoluzione. Evoluzione anche in senso sociale, con la rivendicazione dei propri diritti e della propria libertà, indipendentemente se si ha innanzi un sanguinario tiranno con il sombrero o con la capa pelata. Questo sarà anche un modo per ricordare opere dimenticate del Neorealismo, poste in un cantuccio oscuro da una sinistra che si autoproclamava unica e sola detentrice della conoscenza del proletariato e nella sociologia del mondo operaio. Una sinistra costituita da borghesi che non avevano neanche idea di quali fossero, nel bene e nel male, le dinamiche che si instauravano all'interno della classe operaia e nelle famiglie proletarie, ponendo quindi sul capo del popolo un nuovo giogo non dissimile da quello castrante imposto da una chiesa affetta da vampirismo.




 Altra finalità è quella di ricordare un certo periodo storico, sottoposto ormai a un'opera di rielaborazione che va al di là di quel processo di "sfumatura", iniziato da Togliatti, originato per porre una lapide su qualcosa di non ancora morto, ma ancor vivo proprio grazie all'opera di psicopompi frettolosi. Il quieto vivere non può esser la scusa per non approfondire e per non dar giustizia a vittime calpestate ancora dal passo dell'oca Senza giustizia non vi sono né vinti né vincitori.