lunedì 9 marzo 2015

"Roy Colt & Winchester Jack" di Mario Bava





     I membri di una banda bivaccano in una radura osservando due uomini che si pestano sonoramente. Lo spettacolo risulta acrobatico e alternato tra sberle, calci e lotta a terra. Dopo un paio di minuti vengono stabilite le gerarchie. Il capo della banda sarà Winchester Jack (Charles Southwood), mentre Roy Colt (Brett Halsey) decide di trovarsi un lavoro onesto.
 Nel saloon cittadino, Ticchio, un pistolero affetto da tick equino, richiede una certa mappa del tesoro ad uno storpio grucciato, Samuel. Egli vuole la sua parte di oro. Dopo lo smussamento delle stampelle interviene Roy Colt, ponendo fine a questa guerra tra figli di un dio minore. Il vecchio sirenotto salvato decide di assumere Roy.
 Jack, a cui la vita di capo dei fuorilegge non va tanto bene, sottrae una squaw, Manila (Marilù Tolo), ad alcuni uomini che la stanno scortando all'ufficio dello sceriffo per riscuoterne la taglia. A Jack non è che gli interessi la taglia... spogliare  Manila è come sbucciare una cipolla. Ogni strato una lacrima...
 Ripresosi dalla doppietta, Jack assalta con i suoi fuorilegge una diligenza che trasporta dell'oro. Enorme è la sorpresa nello scoprire che Roy Colt è diventato il vigilantes di Samuel. Roy, rifiutata la richiesta di Jack di riunirsi alla banda, riprende il suo percorso indisturbato verso la banca.

 Jack si reca a Carlton City, dove il Reverendo assedia l'appartamento di Samuel. Il Reverendo è un russo dinamitardo a comando di una ventina di uomini. L'intervento di Jack è decisivo, ottiene la mappa da Samuel e la divide in due parti con il Reverendo. Tornato in città, Roy viene nominato sceriffo in maniera tale da poter recuperare ufficialmente l'oro e punire i colpevoli.
 Questo film, goliardico sin dall'inizio, è ricolmo di personaggi assurdi, a partire da Roy e Jack. Stesso dicasi del Reverendo dinamitardo e del suo accento russo che pare la versione moscovita di Sordi. Il film sembra una parodia shakerata di Butch Cassidy and the Sundance Kid, Il buono il brutto il cattivo e Trinità. Nonostante lo stile di Bava, riconoscibili le zoomate e inclinate, l'attrito nel proseguimento risulta esponenziale. La visione non viene lubrificata né dalle sparatorie, esclusa quella di Ticchio che vale l'iniziale visione del film, né dalle risse. Simpatica la sorpresa delle ombre cinesi bordelliane...







Nessun commento: