domenica 12 luglio 2015

"Se sei vivo... restaci!" La sopravvivenza nei luogi dei film western - Man woman wild Stagione 1 Episodio 8 Utah





     Nella scorsa puntata di "Se sei vivo... restaci!" abbiamo introdotto questa nuova rubrica, ospitando il grande Bear Grylls. Volevo precisare una cosa però. Non immaginatevi lupi solitari intenti a sopravvivere tra ghiacci e deserti. Si miei cari, perché nella maggior parte dei casi avrete qualcosa di attaccato a voi con la forza e la dolcezza di un koala. Un koala che spero per voi assomigli a questo...


Lei è  Ruth England, splendida conduttrice televisiva britannica e sposa dell'eliminatore Mykel Hawke, quindi purificate i vostri pensieri. Mykel Hawke è un ex-berretto verde ed esperto di sopravvivenza. Insieme alla moglie, il nostro Mykel è protagonista del programma  Man woman wild. I due coniugi dovranno sopravvivere nei luoghi più estremi e pericolosi. Ricordate però che nella realtà potrebbe essere la vostra dolce metà la locomotiva trainante e voi il lurido anello debole. Seguite quindi questa puntata di Man woman wild dedicata al fiume Colorado e allo stato dello Utah. Prestate molta attenzione, e che l'immagine di apertura vi sia di monito!




 Il fiume Colorado è lungo più di 2.300 km. Esso nasce dal lago La Poudre Pass, nel Rocky Mountain National Park, attraversa gli Stati Uniti (Colorado, Utah, Arizona, Nevada, California, Bassa California) e il Messico (Sonora), per poi sfociare nel Golfo della California.
 La roccia arenaria, tipica del paesaggio meridionale dello Utah, è stata scolpita dal fiume Colorado, creando opere d'arte dalla bellezza impressionante. Il Colorado attraversa tre parchi famosissimi dello Utah: Arches National Park, Dead Horse Point State Park e Canyonlands National Park.




 Questi splendidi paesaggi sono stati immortalati da  John Ford in "Ombre Rosse" (Stagecoach) del 1939, primo film in cui John Wayne ottenne il ruolo di protagonista. Ford, grazie a questa pellicola, vinse l'Oscar come migior regista. Il film fu anche il primo di Ford con la Monument Valley come location. Tra gli altri film girati da Ford in Utah vi sono "Fort Apache" del 1948, "La carovana dei mormoni" (Wagon Master) del 1950 e "Sentieri selvaggi" (The Searchers) del 1956.




Molti altri sono stati i film western ambientati nello Utah. Il film "Butch Cassidy" (Butch Cassidy and the Sundance Kid), diretto da George Roy Hill nel 1969, ha come location Grafton, Snow Canyon, St. George e lo Zion National Park. Nel film recitavano due pezzi da novanta come Paul Newman, nella parte di Butch Cassidy, e Robert Redford, nella parte di Sundance Kid. 








 Proprio Robert Redford ha interpretato altri due film western ambientati nello Utah. "Corvo rosso non avrai il mio scalpo" (Jeremiah Johnson) è un film del 1972 diretto da Sydney Pollack. Noi ne abbiamo parlato qui, principalmente riguardo alla figura di John "Liver-Eating" Johnson, se volete leggere una sublime analisi dell'opera cinematografica di Pollack vi invito a leggere lo stupendo articolo di Cassidy  su La Bara Volante, presente anche su facebook.
 Le location utilizzate da Sydney Pollack sono: Alpine Loop e Mount Timpanogos, Ashley National Forest, Leeds, Snow Canyon, St. George, Sundance, Uinta National Forest, Wasatch-Cache National Forest e lo Zion National Park.





  Il secondo è un western "particolare", ovvero "Il cavaliere elettrico" (The Electric Horseman), film del 1979 diretto da Sydney Pollack. Location del film sono: Grafton, St. George e lo Zion National Park.




 Anche i due film dedicati a The Lone Ranger sono ambientati nello Utah. "La leggenda del ranger solitario" (The Legend of the Lone Ranger), film del 1981 diretto da William A. Fraker, ha come lacation il Moab e la Monument Valley. "The Lone Ranger", diretto da Gore Verbinski nel 2013, è stato girato nel Dead Horse Point State Park, nel Moab e nella Monument Valley.
Prima di terminare vorrei ringraziare il sito "Deseretnews", senza le sue informazioni questa carrellata sarebbe stata impossibile!
 Terminiamo quindi con "Il texano dagli occhi di ghiaccio" (The Outlaw Josey Wales), film del 1976 diretto da Clint Eastwood. Le location del film sono: Glen Canyon, Paria e Kanab Movie Ranch.




 Parliamo ora della nostra bella coppia di sposi. Myke e Ruth, attrezzati con una canoa gonfiabile, discendono le splendide acque del fiume. Cosa può esserci di più romantico? Semplice, cadere nelle acque gelide di questo corso d'acqua per doversi spogliare e rimanere vicini vicini al fine di aumentare la temperatura corporea. Magari alla luce di un improvvisato falò.
 Myke risulta particolarmente preoccupato per il fatto di trovarsi a metà settimana, le possibilità di essere soccorsi da escursionisti o canoisti risultano quindi molto basse. Un consiglio velato a scegliere quindi il week end, o giorni prossimi al fine settimana, per effettuare escursioni rischiose.
 Le provviste sono andate perse. I nostri eroi hanno un paio di giacche, una gamella, della carta igienica, una macchina fotografica digitale e della paglietta abrasiva. Myke ci mostra come accendere un fuoco utilizzando la pila della macchina fotografica,  la paglietta e la cara igienica. La legna secca risulta abbondante. Per non disperdere il calore del fuoco, Myke costruisce una barriera frangivento con dei tronchi. Ricordate che la notte nel deserto del Moab può essere particolarmente rigida, anche intorni ai 5 °C.
 Importante risulta controllare la presenza di aracnidi o serpenti quando si spostano i tronchi. Ruth ha trovato, in uno di essi, un ragno violino. In corsivo sono riportati tutti gli approfondimenti inerenti la flora e la fauna. In essi ho cercato di inserire elementi indispensabili alla conoscenza delle piante e degli animali citati nella puntata.


 Il ragno violino (Loxosceles rufescens) appartiene alla famiglia Sicariidae. Presenta due tonalità, marrone scuro e marrone chiaro. Sul cefalotorace, porzione degli aracnidi posta tra la testa e l'addome che risulta connessa a tutte le appendici dell'animale, può essere evidenziato un disegno a forma di violino, con manico diretto verso l'addome. Può essere presente o meno, quindi non basate il riconoscimento solo su questo elemento.
 Sono ragni di piccole dimensioni, le femmine possono raggiungere, escludendo le zampe, gli 11 mm, i maschi, più piccoli, gli 8 mm. I maschi presentano pedipalmi più grandi e zampe più lunghe ma esili. L'addome risulta più allungato nel maschio e più rotondeggiante nella femmina. La peluria del corpo risulta in entrambi i sessi sottile e corta.  Caratteristica fondamentale è la presenza di solo tre paia di occhi, a differenza dei soliti quattro.
 Il ragno violino preferisce le zone asciutte. E' attivo nelle ore notturne. Si nutre di insetti e altri ragni. I suoi predatori sono gechi, grilli, centopiedi e ragni lupo.
 Il ragno violino utilizza, per rifugiarsi e per cacciare, fessure, buchi e intrecapedini. Tesse una tela morbida e molto appiccicosa all'interno di questi luoghi. Ricordate quindi di agitare qualsiasi oggetto prima di prelevarlo da un luogo asciutto e appartato, caratteristiche fondamentali per il suo habitat.
 I ragni del genere  Loxosceles inoculano un veleno di tipo necrotizzante. Il veleno viene emesso dai cheliceri. Il morso risulta particolarmente pericoloso anche per la presenza, sui cheliceri stessi, di numerosi batteri, anche del genere Clostridium (Clostridium tetani e Clostridium botulinum). Vorrei ricordare che il Clostridium botulinum non è solo responsabile di tossinfezioni alimentari, particolarmente diffuse in Europa dell'Est, ma anche della contaminazione delle ferite, tipologia diffusa particolrmente in Nord America.
Tela di ragno del genere  Loxosceles
 Il morso del ragno violino risulta indolore. Dopo un periodo di 2-8 ore, in funzione anche dell'area colpita oltre che della quantità di veleno inocultato, si manifesta una intensa infiammazione locale.
 In circa un terzo dei soggetti i sintomi risultano particolarmente intensi. Oltre ad una necrosi locale può insorgere una reazione sistemica con emolisi, insufficienza renale e shock anafilattico.
 Consultare il medico in caso si sospetti di essere stati morsi da un ragno violino. Raccogliere il ragno, se possibile, per poter effettuare una diagnosi certa. Lavare quindi la zona interessata con acqua e sapone. Applicare impacchi freddi dopo dieci minuti, alternando l'applicazione con pause sempre di dieci minuti.
 Il ragno violino vive anche in Italia. Le regole sopra indicate devono quindi essere applicate anche da noi e, certamente, non solo in caso di escursioni.


Ragno violino (Loxosceles rufescens)

 Dopo una nottata particolarmente rinfrescante, Ruth e Myke effettuano un giro di perlustrazione per raggiungere un'area più verde e lussureggiante. Myke, dopo diverse peripezie, trova delle larve, di animale sconosciuto, delle lische e una rana toro.




 La lisca (Typha latifolia), o mazza sorde, è una pianta presente in Nord America, Messico, Gran Bretagna, Eurasia, India, Africa, Nuova Zelanda e Australia. Diffusa nei luoghi umidi e presso i corsi d'acqua. La pianta risulta alta 1-3 metri. Gli steli hanno una forma cilindrica, priva di ramificazioni. Le spighe, di colore marrone, sono cilindriche e lunghe circa 2-5 cm. Le foglie sono spesse e larghe 8-30 mm. I rizomi crescono orizzontalmente, subito al di sotto della superficie del suolo.
Per i Nativi Americani le lische erano dei supermercati delle paludi. Erano utilizzate per l'alimentazione, come materiale di costruzione e come medicina. Alcune guerre tra le tribù erano causate proprio per il controllo di aree con un'elevata densità di queste piante.
 Le foglie venivano utilizzate durante tutto l'anno, come la base del fusto, mentre i germogli erano una prelibatezza primaverile. Le spighe venivano bollite o seccate e, dopo averle sbriciolate, unite ad altre farine a cui conferivano un sapore di nocciola. I rizomi venivano raccolti in autunno o inverno. Venivano mangiati crudi, cotti o essiccati. Da essi veniva ricavata un'ottima farina.
 Studi di laboratorio hanno rilevato che le foglie, i germogli e rizomi contengono una concentrazione di calcio, ferro e potassio superiore a quella presente nelle patate e nel riso.
 Le foglie essiccate venivano usate per fare stuoie, bambole e tettoie. La peluria delle spighe era utilizzata come materiale isolante, per riempire cuscini e come innesco per il fuoco. Con i rizomi veniva creato uno stucco per riparare le imbarcazioni.
 Dal rizoma veniva preparato un unguento per medicare le ferite, mentre le radici e le foglie per infusi contro i disturbi gastrici.




 Le rane toro (Lithobates catesbeianus) presentano una lunghezza compresa tra 8 e 20 cm. I maschi possono raggiungere i 18 cm, le femmine i 20 cm. Il colore risulta variabile dal verde chiaro al verde oliva scuro, per quanto riguarda la parte superiore. La parte inferiore varia dal crema al giallo. I maschi presentano timpani di diametro superiore a quello degli occhi, uguali invece nella femmina.
 Sono animali attivi sia di giorno sia di notte. Nelle zone con inverni rigidi vanno in letargo sui fondali fangosi. Quando vengono catturati fingono di essere morti per poi saltare in acqua improvvisamente.
 Si cibano di invertebrati, mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi, comprese altre rane toro. Generalmente è un animale che attende silenziosamente la preda sulla superficie dell'acqua.
 Le rane toro sono originarie del Nod America, dalla costa atlantica fino al Kansas e all'Oklahoma. Risulta ora presente, come specie aliena, in Arizona, Utah, Colorado Nebraska, Nevada, California, Oregon, Washington e Hawaii. Sempre come specie aliena è diffusa in Messico, Cuba, Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela, Colombia, Francia, Italia, Olanda, Cina, Giappone e Filippine.
 Un metodo per cacciarla è quello di usare, durante la notte, una luce diretta su di loro, avvicinarsi e quindi colpirle con un bastone o una lancia affilata.
La carne della rana toro risulta ricca di proteine (74.07%), con amminoacidi essenziali ben bilanciati, povera di colesterolo, bassa percentuale di lipidi totali (9.31%), alto contenuto di calcio e ferro. La carne ha inoltre un elevato indice di digeribilità.




 Tutto finisce in una splendida zuppa per il piacere di Ruth. Il terzo giorno un altro dono della natura fa risplendere gli occhi della fanciulla: la yucca!





 Con il termine di yucca si fa riferimento ad una cinquantina di specie della famiglia Asparagaceae, sottofamiglia Agavoideae. Queste specie sono originarie delle zone aride del continente Americano.
 La yucca può essere usata per l'alimentazione, per produrre corde e per fabbricare sapone. I fiori e i frutti possono essere usati sia crudi sia cotti. E' comunque consigliabile mangiarli dopo averli cotti. I fiori possono essere lessati, per circa 10 minuti, mentre i frutti, oltre che lessati, possono essere arrostiti. I semi devono essere tostati o bolliti. Gli steli giovani devono essere bolliti per 30 minuti, solo dopo risultano commestibili.
 Il legno di yucca risulta facilmente infiammabile, ottimo quindi nelle emergenze. Dalla radice e dalle foglie si può ottenere del sapone, basta strofinarle in acqua dopo un minimo di lavorazione (video). Schiacciando la radice si ottiene un liquido che può essere usato come shampoo. Le foglie possono essere utilizzate per fabbricare corde (video).
 Ricordate che la radice e le foglie sono tossiche. L'erronea convinzione inerente la commestibilità delle radici deriva dalla confusione con il tubero della pianta di manioca, detta yuca (Manihot esculenta). I Nativi Americani usavano la radice per avvelenare i pesci, stessa tecnica impiegata con l'ippocastano. La quantità ingerita dall'uomo attraverso il pesce risulta minima. Invece della radice si possono utilizzare un centinaio di foglie tritate.Tale tipo di pesca è illegale ma in caso si sopravvivenza può risultare utile.





 Ma una sorpresa ben più sostanziosa attende i due sposi... il tacchino selvatico!!!




 Nello Utah è presente il tacchino selvatico del Rio Grande (Meleagris gallopavo intermedia). Questo animale è originario del Texas e del Messico settentrionale. E' stato introdotto in Nevada, Oregon, Washington, Wyoming, Utah, Dakota del Sud, e in California. A differenza del suo cugino orientale (Meleagris gallopavo), il tacchino del Rio Grande preferisce gli spazi aperti, in prossimità di corsi d'acqua, e non le aree boschive.
 In piena maturità presenta un'altezza di circa 120 cm, con gambe estremamente lunghe. La colorazione risulta più leggera rispetto a quella del tacchino selvatico orientale.  Il petto risulta ramato, il dorso è marrone scuro, con punte verde smeraldo, e la coda è caratterizzata dall'alternanza di marrone chiaro e scuro con segmenti beige. Un adulto pesa da 8 kg a più di 20 kg.
 Gli escrementi risultano lineari o a forma di J, il colore tende al verde con un'estremità grigio cenere.




 Cosa userà Mykel Hawke per catturale questo splendido pennuto e nutrire la sua dolce fanciulla? Guardate l'intera puntata e lo scoprirete!





5 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Incredibile quanto materiale riesci a tirare fuori da uno spunto all'apparenza semplice: complimentissimi per questa nuova rubrica! Ora sono pronto a sopravvivere nello Utah ^_^

Unknown ha detto...

Concordo con Lucius, sei partito da una parte (mi sono sempre piaciuti i Koala!) per finire tutta da un altra, molto più interessante ;-) Ti ringrazio moltissimo per la citazione e per i consigli, ora sappiamo che nello Utah non ci sono solo i mormoni ;-) Cheers!

Ivano Satos ha detto...

Grazie mille ragazzi!!! Con questa rubrica mi sto divertendo da pazzi ;) L'intento dell'intero blog è proprio quello di vedere il western in modo globale e come qualcosa di dinamico. Senza sprofondare troppo nel serioso intellettualismo, ma contemporaneamente imparando anche qualcosina sulla storia e sul territorio. Grazie ancora per i complimenti e, come dicevo a Lucius, noi e il Moro siamo ormai il Mucchio Selvaggio che lotta per il genere Western ;)

Gioacchino Di Maio ha detto...

Ottima rubrica. Sono proprio questi posti selvaggi che hanno fatto il western un immaginario collettivo, senza questi elementi naturali il "vecchio e selvaggio west" credo non avrebbe modo di esistere. :)

Ivano Satos ha detto...

Grazie mille Gioacchino!!! Condivido in pieno la tua visione sul selvaggio west. Il legame con il territorio, che si è sviluppato nel vecchio west, è paragonabile solo a quello verificatosi nel romanticismo tedesco. ;)