martedì 21 luglio 2015

La città della paura (Station West) di Luke Short





     Jhon Haver ha finalmente raggiunto South Pass City. Sotto quel vecchio cappotto di bisonte si nasconde un tenente del XXVII Fanteria. Non può far altro che continuare a chiedersi per quale motivo al Dipartimento del Plattè gli avessero ordinato di non farsi riconoscere come militare.
 In una stanza oppressa dal fumo di sigaro e da quello di pipa, Jhon può finalmente capire l'origine di quello strano ordine grazie al capitano Iles e al tenente Phil Stellman.
 South Pass City è una città mineraria. I collegamenti con la ferrovia sono da tempo soggetti a rapine, che interessano sia mezzi civili sia mezzi militari. L'ultimo assalto ha portato al furto di settanta uniformi militari. Questa situazione ha convinto le autorità delle miniere a depositare l'oro estratto a Camp Stambaugh, forte sorto per difendere le miniere e i vari insediamenti dall'attacco degli indiani.
 Proprio i recenti attacchi di indiani hanno fatto sorgere alcuni sospetti al capitano Iles. Le aggressioni subite da certi abitanti hanno ridotto il numero di soldati preposti alla difesa del forte, rendendolo più esposto ad un eventuale attacco esterno. L'assenza di prove che quegli attacchi siano compiuti realmente da indiani ha fatto sorgere nel capitano il sospetto che tutto sia collegato.
 Per un gruppo di criminali, vestiti con le divise regolentarie rubate, sarebbe facile impossessarsi del forte durante una spedizione effettuata per difendere la città da un attacco di indiani. Il compito di Jhon sarà quello di trovare le divise rubate. Trovarle e distruggerle.
 Vicoli luridi, che sembrano partoriti dalla mente di Zolà, su cui si muovono reietti che perdono brandelli di vita e onore a ogni passo. Qui siamo nel West, e il sogno americano rende tutto meno malinconico e più proiettato verso un futuro agognato e venerato come l'altare di Satana.
 L'intreccio risulta magnifico, come la capacità di Short di tessere una trama complessa ma chiara, rendendo l'opera un punto di riferimento per molti western infiltrati. Vi è anche una sottile sfumatura rosa che verrà drammatizzata nella trasposizione cinematografica diretta da Sidney Lanfield, film in cui la trama del libro viene completamente mutata.




3 commenti:

Unknown ha detto...

Lo leggerei già solo per la copertina ;-) Cheers!

Lucius Etruscus ha detto...

Ineffabile stanatore di chicche ^_^

Ivano Satos ha detto...

LA copertina e veramente bella, anche se alcune edizioni hanno preferito renderla "rosa" facendo riferimento al film. Il protagonista del libro è un picchiatore e un manipolatore da paura ;)