Dopo essere fuggiti da una cerimonia di laurea e da una perdita particolarmente gravosa a fan-tan, Bill Haskell e Byron Epstein partono per l'agognato West in cerca di fortuna, nella speranza di aprire un negozio e diventare padroni delle proprie vite. Dalla meta economica sono leggermente distanti ma l'importante è avvicinarsi a quella geografica. In un bar incontrano un cercatore d'oro che, più luminoso della stella polare, indica loro la via: Yucon. <<Ci sono campi di intonaco bloccati sotto il permafrost lì, da migliaia di anni e solanto ora la gente comincia a rendersene conto. Ma dovete arrivare lì prima che ci arrivino i giornali.>> Lascia quindi come dono una pepina.
L'indipendenza e la libertà sono quasi a un passo da questi due ragazzi. Un passo di 4650 miglia tra treni, marce e barche.
Dopo sei settimane filate arrivano a Dyea, Alaska del sud. Il tempo è diventato clemente, i ragazzi si accodano per raggiungere il passo del Chilkoot, parte iniziale della Chilkoot Trail che da Dyea raggiunge Bennett, British Columbia.
Una processione di pionieri impegnata da dieci gioni nell'ascesa della montagna, fino a quando non è la montagna a scendere su di loro. Bill riesce a ripararsi dietro a un masso mentre Ep viene travolto e sommerso dalla valanga.
Bill riesce a salvarlo e insieme osservano la disperazione perpetrata dalla montagna. I ragazzi riescono a raggiungere il clinale e a discenderlo, giungendo finalmente al lago Bennett. La discesa dello Yucon River rappresenta, insieme alla montagna, una nuova sfida tra l'uomo e la natura.
Anche in questo conflitto, come nel precedente, si ha l'allontanamento dei due amici. Questa volta è Bill a rischiare di decomporsi nell'abbraccio di Madre Natura, abbraccio che non si manifesta con la gelida morsa dell'annegamento bensì con le taglienti fauce del lupo. Verrà salvato dal focoso intervento di un prete che sembra uscito da una sfida con la morte...
Gli amici giungono finalmente a Dawson City e la facciata che si erge innanzi a loro è quella inebriante e magica del saloon. Un saloon grasso e succoso come la Grande Meretrice di Babilonia.
Gli amici giungono finalmente a Dawson City e la facciata che si erge innanzi a loro è quella inebriante e magica del saloon. Un saloon grasso e succoso come la Grande Meretrice di Babilonia.
Dopo dolci visioni, i due amici dovranno cercare un lotto per poter disseppellire la consistenza dei loro sogni. Da qui in poi saranno costretti a scontrarsi con qualcosa di ben più pericolo della natura selvaggia.
La parte iniziale risulta paicevole anche se molto disneliana. I paesaggi stregano col loro affacciarsi maestoso, grazie al frequente utilizzo di campi lunghi. Proprio la natura diviene l'argomento di presentazione di Padre Judge:
<< Non si scende a compromessi con la natura, o la sconfiggi tu, o lei sconfigge te.>>
La repressione cattolica diviene la forma spirituale di quello stupro sistematico compiuto ai danni della natura in senso paesaggistico.
A metà della prima puntata, grazie a quella città che diviene crocevia di brame e istinti, la musica cambia e sorgono le tipiche figure del western. Avremo quindi la puttana, l'imprenditore senza scupoli, la banda di criminali, la dama, l'eroe, il giovane in evoluzione e il tutore della legge sferzato dai conflitti. Il probema è che queste figure sembrano sottoposte ad una forgiatura forzata e costante. Gli stereotipi sono stampi roventi e fumanti. Il loro verbo diviene il jingle di se stessi, frasi sagaci come il cinguettio di alcuni passeri social. La mitraglia proferita da Belinda Mulrooney, l'imprenditrice legnaiola interpretata dalla giunonica e attillatissima Abbie Cornish, fa rimpiangere il cinismo e l'ironia tagliente di Linda, Carolyn Jones in Last Train from Gun Hill, o di Hele, Katy Jurado in High Noon.
Di Belinda Mulrooney torneremo a parlare dopo un po' di spoiler. Ora approfondiamo il discorso su la detentrice di quella linea scapolare a istmo di deretanum osservata poc'ansi. Un'insieme di snodi e sfumature ramate, Sabine! La nostra nordica pulzella è La Puttana, e non una semplice prostituta, di Dawson City. Dopo essere stata umiliata da The Count, il cattivone principale interpretato da Tim Roth, viene condotta al cospetto di Padre Judge, attraverso le dolci manine di Belinda. A vedere la trasformazione che tale incontro creerà non potremo che bestemiarla in eterno.
Arriviamo ora alla parte dolente e quindi allo spoiler. Ed muore! Si, il ragazzino ebreo viene colpito da una fucilata nel buio della notte. La morte del ragazzo, che dovrebbe rappresentare, insieme al conflitto con la natura, un'altro dei temi principali delle opere western, ovvero la sete di vendetta, diviene il punto di implosione della serie. Anche se in maniera indiretta.
Bill vuole vendicarsi ma arrivano le giubbe rosse. Strano appare che tali giubbe si interessino solo della morte di Ed e non delle due persone uccise da The Count, un suo bravo e un uomo d'affari. Saranno forse agenti del Mossad giunti nel Canada del XIX secolo mediante la macchina del tempo? La tecnologia israeliana non la batte nessuno. Naturalmente il tutore dell'ordine si innamora della prostituta ascesa a santa...
Torniamo alla tettonica Belinda, lei e Bill se la intendono, e parecchio. Bill insegue, in una sperduta landa innevata, il colpevole dell'omicidio di Ed, egli viene a sua volta braccato da The Count e dai suoi bravi desiderosi di impossessarsi del suo oro incustodito. I picciotti lo privano dei cani da slitta ma lo lasciano in compagnia del boss, reo di non pagare la sua manovalanza. Si recano quindi al lotto minerario per depredarlo. Mi chiedo per quale motivo non si siano diretti immediatamente al lotto aurifero, ma soprattutto perché non abbiano ucciso il cercatore d'oro e il boss sapendo delle giubbe rosse impegnate a cacciare indiani nelle vicinanze, con il rischio che queste salvassero quindi i due infreddoliti contrasti. Forse i sicari ammazzano solo su commissione e non per inreresse proprio. Limiti dell'etica professionale.
Bill viene salvato dall'assideramento grazie al pronto intervento di Belinda, che par quasi la versione femminile del dottor Zivago...
... e dopo averlo condotto a casa diviene la versione femminile di Arthur nella ventisettesima puntata di Lady Georgie riscaldandolo con il suo corpo mentre la servitù versa fiumi di acqua bollente, ma senza la componente zoofila e gerifila che rende l'opera giapponese un'avanguardia erotomane.
In definitiva la serie Klondike, basata sull'opera Gold Diggers: Striking It Rich in the Klondike dell'autrice Charlotte Gray, assomiglia più a una soap opera che all'opera epica descritta dagli autori. I dialoghi sono qualcosa di talmente attrittico che neanche il più rincoglionito dei pazienti affetti dalla Sindrome di Gerusalemme sarebbe stato in grado di proferire. Stereotipi western uniti ad harmoni e cattivi che non riuscirebbero a sopravvivere neanche in una periferia contemporanea. Ma che minchia di western è questo?
P.S. Questa recensione la dedico alla capacita dell'Etruscus, Il Zinefilo, e del Cassidy, La Bara Volante, di recensire agenti patogeni per le gonadi in maniera eccentrica e divertente, e di riuscire, contemporaneamente, a descrivere la lucentezza delle perle che sapientemente riescono a cogliere. Loro avrebbero di sicuro fatto meglio.
La parte iniziale risulta paicevole anche se molto disneliana. I paesaggi stregano col loro affacciarsi maestoso, grazie al frequente utilizzo di campi lunghi. Proprio la natura diviene l'argomento di presentazione di Padre Judge:
<< Non si scende a compromessi con la natura, o la sconfiggi tu, o lei sconfigge te.>>
La repressione cattolica diviene la forma spirituale di quello stupro sistematico compiuto ai danni della natura in senso paesaggistico.
Padre Judge |
A metà della prima puntata, grazie a quella città che diviene crocevia di brame e istinti, la musica cambia e sorgono le tipiche figure del western. Avremo quindi la puttana, l'imprenditore senza scupoli, la banda di criminali, la dama, l'eroe, il giovane in evoluzione e il tutore della legge sferzato dai conflitti. Il probema è che queste figure sembrano sottoposte ad una forgiatura forzata e costante. Gli stereotipi sono stampi roventi e fumanti. Il loro verbo diviene il jingle di se stessi, frasi sagaci come il cinguettio di alcuni passeri social. La mitraglia proferita da Belinda Mulrooney, l'imprenditrice legnaiola interpretata dalla giunonica e attillatissima Abbie Cornish, fa rimpiangere il cinismo e l'ironia tagliente di Linda, Carolyn Jones in Last Train from Gun Hill, o di Hele, Katy Jurado in High Noon.
Di Belinda Mulrooney torneremo a parlare dopo un po' di spoiler. Ora approfondiamo il discorso su la detentrice di quella linea scapolare a istmo di deretanum osservata poc'ansi. Un'insieme di snodi e sfumature ramate, Sabine! La nostra nordica pulzella è La Puttana, e non una semplice prostituta, di Dawson City. Dopo essere stata umiliata da The Count, il cattivone principale interpretato da Tim Roth, viene condotta al cospetto di Padre Judge, attraverso le dolci manine di Belinda. A vedere la trasformazione che tale incontro creerà non potremo che bestemiarla in eterno.
Prima |
Dopo. Da notare l'edema facciale e l'aumentato esoftalmo. La salute non trae beneficio dalla purezza! |
Arriviamo ora alla parte dolente e quindi allo spoiler. Ed muore! Si, il ragazzino ebreo viene colpito da una fucilata nel buio della notte. La morte del ragazzo, che dovrebbe rappresentare, insieme al conflitto con la natura, un'altro dei temi principali delle opere western, ovvero la sete di vendetta, diviene il punto di implosione della serie. Anche se in maniera indiretta.
Bill vuole vendicarsi ma arrivano le giubbe rosse. Strano appare che tali giubbe si interessino solo della morte di Ed e non delle due persone uccise da The Count, un suo bravo e un uomo d'affari. Saranno forse agenti del Mossad giunti nel Canada del XIX secolo mediante la macchina del tempo? La tecnologia israeliana non la batte nessuno. Naturalmente il tutore dell'ordine si innamora della prostituta ascesa a santa...
Torniamo alla tettonica Belinda, lei e Bill se la intendono, e parecchio. Bill insegue, in una sperduta landa innevata, il colpevole dell'omicidio di Ed, egli viene a sua volta braccato da The Count e dai suoi bravi desiderosi di impossessarsi del suo oro incustodito. I picciotti lo privano dei cani da slitta ma lo lasciano in compagnia del boss, reo di non pagare la sua manovalanza. Si recano quindi al lotto minerario per depredarlo. Mi chiedo per quale motivo non si siano diretti immediatamente al lotto aurifero, ma soprattutto perché non abbiano ucciso il cercatore d'oro e il boss sapendo delle giubbe rosse impegnate a cacciare indiani nelle vicinanze, con il rischio che queste salvassero quindi i due infreddoliti contrasti. Forse i sicari ammazzano solo su commissione e non per inreresse proprio. Limiti dell'etica professionale.
Bill viene salvato dall'assideramento grazie al pronto intervento di Belinda, che par quasi la versione femminile del dottor Zivago...
... e dopo averlo condotto a casa diviene la versione femminile di Arthur nella ventisettesima puntata di Lady Georgie riscaldandolo con il suo corpo mentre la servitù versa fiumi di acqua bollente, ma senza la componente zoofila e gerifila che rende l'opera giapponese un'avanguardia erotomane.
P.S. Questa recensione la dedico alla capacita dell'Etruscus, Il Zinefilo, e del Cassidy, La Bara Volante, di recensire agenti patogeni per le gonadi in maniera eccentrica e divertente, e di riuscire, contemporaneamente, a descrivere la lucentezza delle perle che sapientemente riescono a cogliere. Loro avrebbero di sicuro fatto meglio.
2 commenti:
Nego fermamente: non avrei saputo fare di meglio! Parola di Zinefilo ^_^
Complimenti per la chicca scovata e per la rece frizzante ;-)
Troppo buono! Ho avuto un ottimo maestro ;) All'inizio pensavo che quell'immagine di riscaldamento anatomico, risorta dalla memoria fanciullesca, fosse Candy Candy. Dopo un po' di ricerca sul web ho scoperto che la metallina umana era di Lady Georgie. Mi pareva strano che Candy Candy... ma con i giapponesi tutto può succedere :)
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