mercoledì 15 aprile 2015

Louis L'Amour - Dark Canyon





    Nel vecchio west il salto da onesto lavoratore a bandito non necessita di uno sforzo acrobatico. Colburn, Kehoe, Weawer e Parrish sono insieme da molto tempo. Erano semplici vaccari, persone per bene, ma anche per loro il caso ha pungolato il grande balzo.
 Il capitalismo, come diceva quel crucco di Marx, si basa sullo sfruttamento del proletariato. Se al "normale" plusvalore ci aggiungiamo una periodica alterazione dei libri conti-paga, lo sfruttamento si trasforma in neoschiavismo. Il gruppo di vaccari decise quindi di prendersi il dovuto e una consistente libera uscita. Da allora le rapine in banca e alle diligenze hanno galoppato con l'impeto di uno stallone in calore.
 Ai quattro fuorilegge navigati si è ora aggiunto anche un quinto elemento, il giovanissimo Gaylord Riley. La new entry è stata reclutata da Jim Colburn dopo che questa gli ha salvato la pelle durante una discussione metallica con tre bari. Gaylord, << secco come un'esca per corvi >>, è un nervo teso all'inverosimile. La sua destra perennemente libera per accogliere qualsiasi possibile evenienza. Sempre lì. Attenta. Un puma in procinto di proiettarsi su una lucida sei colpi.
 Anche per quel ragazzo il balzo fu voluto dal fato. Un fato che gli ha ucciso il padre, dopo averlo alleggerito di un bel po' di bestiame. Quei bastardi erano in cinque. Ne restano ancora due, con lo scarto di un proiettile.

 Il desiderio di quiete, derivante dall'allevamento stazionario e tranquillo, persiste come un miraggio in quel ragazzo accecato dalla vendetta. Quando gli anziani della banda gli allungano tremila dollari per fargli cambiare vita, perché << lui oltre che essere giovane è anche un bravo ragazzo >>, Gaylord inizialmente rifiuta. E' quasi offeso da quella proposta, ma alla fine accetta. Il ranch sarà una sorta di libera uscita per tutti gli altri membri della banda, non si può fare i banditi in eterno.
 Decide di costruire il suo ranch ai piedi delle  Sweet Alice Hills, a venti miglia dalla città di Rimrock. Egli si inserisce come un elettrodo in una cittadina entro cui una tempesta elettromagnetica è sul punto di manifestarsi in tutta la sua forza. Questa sensazione di attesa persiste come una tempesta di sabbia, gli occhi si scrutano pronti a percepire qualsiasi rilevante alterazione, anche se riflessa.
 Louis L'Amour disegna quasi un paesaggio bellico di conflitto aperto o di guerra fredda tra agricoltori e allevatori, ma anche tra allevatori stessi. Una lotta ancestrale, da cui deriva la stessa evoluzione dell'uomo, incastonata nei giovani Territory  americani.


Frasi incapsulate:

<< La pistola ce l'hai. Tirala fuori. Hai da perderci solo la vita. >>

<< Guardatelo bene, potrebbe capitarvi di dover giurare di aver visto quest'uomo andarsene via di qui, vivo e sano. Capito? >>

<< Se qualcuno tira fuori una pistola, entro nella battaglia. Io corro per il marchio. >>









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