Wild
West
Inizia
una nuova saga digitale
di
Lucius Etruscus
Il
western è più vivo che mai e non conosce limiti di “formato”.
Come scrivo da anni, la nascita dell’editoria digitale ha riportato
in vita quello che nel Novecento chiamavano pulp
e nell’Ottocento chiamavano feuilleton:
la narrativa d’intrattenimento in piccolo formato ad uscita
regolare, pensata per appassionare lettori d’ogni tipo.
Come
il blog Kentucky Mon
Amour testimonia da
tempo, non mancano romanzi e racconti in eBook più o meno legati ai
dettami del western – anche contaminato – ma ora la Delos Digital
presenta una nuova collana digitale di puro genere classico: “WildWest” è il
suo titolo ed è curata da un nome d’eccezione come Stefano
Di Marino.
È
impossibile spiegare in poche righe la carriera di uno dei più
versatili e prolifici narratori italiani, potrei invitarvi
semplicemente a consultare la sua sterminata pagina Wikipedia,
ma un paio di cose vorrei dirle. Per esempio che trovate ancora in
edicola lo speciale di Segretissimo “Il Professionista Story 11”,
con una ristampa e un inedito con protagonista Chance Renard, il
Professionista: storico personaggio action
di Di Marino che ha compiuto ormai vent’anni di vita editoriale.
Così come trovate ancora lo speciale “Noisiamo Legione”,
dove Di Marino e gli altri autori “sotto copertura” della collana
raccontano un’avventura inedita del loro personaggio d’elezione.
Molti
ti conoscono come autore di romanzi action e spy, ma nel tuo cuore
c’è sempre stato spazio per il West: quando è nata la tua
passione per questo genere?
Da
ragazzino. Negli anni ’60-’70 la produzione avventurosa per
ragazzi era prevalentemente western, nei fumetti, al cinema e c’erano
anche molti romanzi nelle collane per giovani. Al di fuori di Emilio
Salgari o di altri classici come “I Tre Moschettieri” e
“Ivanhoe”, la mia formazione è avvenuta prevalentemente in
questo filone che, comunque, è assai ricco di spunti.
Il
2015 sembra un’età moderna ma in fondo siamo come sempre in
un’epoca di frontiera: quale credi sia il motivo per cui il genere
western, tra alti e bassi, sia ancora vivo e vegeto?
Come
diceva una volta Ivo Milazzo, il creatore di Ken Parker, il West è
una metafora dei nostri tempi. Ci consente di parlare di cose
moderne, ambientandole in un universo leggendario, metastorico.
Raccogliendo
l’eredità del pulp di inizio Novecento, nasce la tua collana “Wild
West” per Delos Digital: puoi raccontarci qualcosa di questa
iniziativa?
L’idea
è nata all’inizio dell’estate (anche se questo inverno avevo già
scritto un romanzo che leggerete tra qualche mese per dbooks.it)
durante una conversazione con Franco Forte che mi chiedeva di
elaborare qualche nuovo progetto. Mi disse che gli sarebbe piaciuto
il West. Ho preso la palla al balzo perché, tra film e fumetti, non
ho mai smesso di frequentare il genere. Mi sono riletto un po’ di
“I Grandi Western” Longanesi, giusto per ritrovare il linguaggio,
poi ho svolto una ricerca nella mia libreria che ha un ricco scaffale
dedicato all’argomento e mi sono messo al lavoro. L’idea è
quella di seguire lo schema delle stagioni dei telefilm. Cinque
episodi che riuniti formano un romanzo.
In
un periodo in cui si sviluppano contaminazioni, il tuo sarà un
western “classico” o una rielaborazione moderna?
Lo
strillo pubblicitario dice “Tra Leone e Tarantino” e sicuramente
c’è un po’ di verità, però ho voluto scrivere un western come
quelli che mi appassionavano da ragazzo. Un western militare che un
po’ ricorda certi film di Gordon Douglas o di John Ford, i romanzi
di Gordon D. Shirreffs. Ci sono alcuni elementi legati al western
all’italiana e, perché no, a quello post moderno di Quentin
Tarantino, ma si tratta essenzialmente di una avventura tradizionale
ambientata in un verosimile 1870. Se poi il West vero non era proprio
così, come diceva John Ford, nei western quando la storia incontra
la leggenda, la seconda vince sempre.
Sarà
come per “Dream Force”? Una collana cioè dove ospiterai anche
altri autori?
No,
il concetto è diverso. Questa è una miniserie che gestisco
personalmente con meno uscite ma scritte tutte da me. So poi che
altri autori come Michele Tetro hanno proposto delle loro vicende
western ma che saranno slegate.
So
che sei un grande collezionista di libri, fumetti e film: c’è
qualche “chicca western” che vuoi condividere?
C’è
moltissimo in effetti. Se volete entrare nello spirito vi consiglio
di rileggere la serie “Bouncer” di Alejandro Jodorowsky con i
disegni di François Bouq [in Italia, MagicPress 2012, Editoriale
Cosmo 2013]. Come testo di consultazione, mi hanno appena regalato un
bellissimo libro di Rupeirut sugli Apaches, pubblicato negli anni ’90
da Mursia. E se girate nelle bancarelle non fatevi sfuggire quei
deliziosi volumetti verdi dei “Grandi Western Longanesi”. Erano
magnifici.
Per
finire, puoi consigliarci un fumetto western che ti è capitato di
leggere ultimamente?
Una
serie che ho conosciuto questa estate e della quale uscirà a
novembre il secondo album. Fumetto franco-belga con un disegno che
ricorda quello di Blueberry. Si chiama “Undertaker” e i testi
sono di Xavier Dorison, quello di Long John Silver.
Lucius Etruscus è vice-curatore di ThrillerMagazine e redattore di SherlockMagazine, gestore del database “Gli Archivi di Uruk” e di vari altri blog, come “Fumetti Etruschi” (recensioni di fumetti di ogni genere), “Il Zinefilo” (dedicato al cinema di serie Z), il “CitaScacchi”
(citazioni scacchistiche da ogni forma di comunicazione) ed altri
ancora. Scrive saggi su riviste on line, ha partecipato (sia come giuria
che come autore) al romanzo corale “Chi ha ucciso Carlo Lucarelli?”
(Bacchilega Editore) e su ThrillerMagazine ha raccontato le indagini del
detective bibliofilo Marlowe... non “quel” Marlowe, i cui retroscena
(ed altro ancora) sono narrati nel blog “NonQuelMarlowe”. Lucius Etruscus è anche autore della saga weird western risorgimentale "Giona Sei-Colpi".
7 commenti:
Grazie dell'ospitalità: è una chicca che merita di girare ;-)
Onoratissimo Lucius!!! Kentucky è nato proprio per questo ;)
E' sempre un piacere vedere che qualcuno si danna per promuovere il West e il western. Bravi, a voi e a Di Marino. Ora scrivo due righe anche sul mio blog: non per scimmiottarvi ma per dare una piccola spinta alla diffusione di questa lodevole iniziativa.
Più se ne parla, più gira, più fa bene al genere e ai lettori ;-)
@Mario Bravissimo Mario!!! Splendido esempio di vera passione western!!! Grazie mille a te per tutto, sia per i complimenti sia per la condivisione del messaggio :)
Great readding your blog
I find the idea of a Wild West series with five episodes forming one novel to be very intriguing.
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