martedì 16 giugno 2015

"Echoes of War" di Kane Senes





In un campo una ragazzina corre inseguita da un uomo. La notte diviene rossa per i riflessi di una casa in fiamme.

     Texas. Un reduce della Guerra Civile, Wade (James Badge Dale), incontra un ragazzo in un campo, Marcus McCluskey (RhysWakefield), intento a raccogliere dei fiori per la madre.  Wade viene a sapere della tragedia che ha colpito la famiglia McCluskey e dei loro problemi economici.
 Alla fattoria del cognato, Seamus Riley (Ethan Embry), Wade viene travolto dall'affetto dei nipoti Abigail (Maika Monroe) e Sam (Owen Teague).
All'interno delle due famiglie, la McCluskey e la Riley, vi sono dinamiche molto forti. Più inclusive nella Riley più patologiche nella McCluskey. Anche tra le due famiglie di vicini vi sono dinamiche non proprio fisiologiche, e la loro patologizzazione avverrà proprio grazie al ritorno di Wade.
 La storia ricalca la faida tra gli Hatfield e i McCoy . Se in quella famosissima guerra di clan la scintila detonante fu il furto di un maiale, qui tutto scaturisce dalla sottrazione di un cinghiale catturato dalle tagliole poste dai Riley. Anche qui è presente la storia d'amore tra i giovani delle due fazioni opposte, Abigail e Marcus. Altro elemento in comune è l'ombra della Guerra Civile sulle due famiglie.
 I cognati Seamus e Wade sono agli antipodi. Il primo più riflessivo, pone le sacre scritture come baluardo non solo per l'educazione dei figli e per la narcotizzazione del dolore derivante dalla morte della moglie Mary, ma anche come riferimento per l'interazione col prossimo. Ciò spiega il suo disinteresse per il furto della selvaggina da parte dei McCluskey. Questo essere ciechi rappresenta una carità passiva atta a non ledere l'onore di quella famiglia ormai in decadenza.
 Wade è diverso. Non è la bibbia a colmare il suo dolore interiore, ma la virilità e il rispetto degli antichi  valori, compreso quello della proprietà e della capacità di essere indipendenti. Anche per lui ciò è un riempitivo interiore, una forma di lenitivo per la guerra e per l'innocenza perduta.



 Seamus e Wade rappresentano quindi le due anime dell'America, quella dell'uomo di fede e quella dell'uomo per cui la forza e la giustizia sono elementi intrinseci dell'essere, elementi non scindibili tra loro.
 Altra faccia dell'America è Randolph (William Forsythe), il patriarca della famiglia McCluskey. Anch'egli è stato forgiato  dalla Guerra di Secessione, guerra che gli ha tolto un figlio e la sanità mentale della moglie, resa ormai un fantasma in quella casa in decadenza.  Randolph continua ad avere l'orgoglio e l'altezzosità dell'aristocratico allevatore sudista, resa ipertrofica e violenta dalla frustrazione della sconfitta militare, economica e familiare. Fallimento che usa come un ariete sul figlio Marcus, prima che sui membri del clan Riley.
 Se  Kane Senes, regista e sceneggiatore dell'opera, avesse giocato di più sui personaggi, rendendoli meno "forgiati" su canoni fissi, l'opera ne avrebbe sicuramente giovato.




 L'altare, che la famiglia McCluskey ha innalzato al giovane Jasper, è come se incombesse minaccioso su di lei, simbolo di una guerra fratricida il cui trauma continua a figliare e distruggere.




Così come quello innalzato dalla famiglia Riley per Mary. La sua morte, elemento che rafforza il legame tra padre e figli, diviene il nutrimento per l'insurrezione di Wade al legittimo potere e volere di Seamus.




 Kane Senes gioca molto sulla drammatizzazione delle inquadrature e sul senso di "fatato" di alcune scene, rese vintage grazie ad un effetto patinato e sfumato. Anche se siamo in Texas, il film sembra un'opera drammatica ambientata in qualche zona isolata della tundra. La stessa musica ambient, composta da Hanan Townshend, rimanda ai paesaggi nordici e al loro cinema intimista.
 Proprio la fotografia rappresenta un elemento a favore del film. Qual'è invece il difetto principale dell'opera? L'eccessiva lunghezza. La parte iniziale, la bimba in fuga e la casa in fiamme, già ci mostra l'altare su cui verrà compiuto l'olocausto al Dio della vendetta. Unendo la preveggenza ai personaggi stereotipati, e a una durata di 100 minuti, si crea un film ad effetto spumoso. Kane Senes è un regista che ha ottenuto numerosi riconoscimenti per il suo cortometraggio "Forfeit of Grace". "Echoes of War" rappresenta il suo primo lungometraggio, e presenta quindi gli errori tipici di questo passaggio. Non lo considero comunque una tortura come indicato da alcuni.




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