domenica 13 dicembre 2015

"Red Hill", il kiwi western slasher aborigeno di Patrick Hughes






     Red Hill, Australia. Shane Cooper (Ryan Kwanten) è un nuovo agente della polizia di Red Hill, dove è appena giunto insieme alla moglie Alice (Claire van der Boom). Il nervosismo della prima giornata in una nuova città, per chi va al "fronte" e per chi resta.
 L'ufficio dello sceriffo si apre a Shane, mostrando l'allegria di Jim Barlow (Kevin Harrington) e l'ira matrimoniale di Manning (Richard Sutherland), ma anche lo splendore di Betsy, la cavalla che scorrazza fuori dall'ufficio.
 Il vertice del folclore si ha comunque con Bill! Nell'auditorium del municipio, lo sceriffo Bill (Steve Bisley) è impegnato a difendere le sane tradizioni di Red Hill contro quei luridi fricchettoni che vorrebbero trasformarla in una meta turistica: <<I nostri antenati non hanno sacrificato il loro sangue, sudore e lacrime perché un branco di segaioli venisse qui a sorseggiare del dannato Pinot!>>
 Basta questo discorso, unito alla ramanzina per non aver ancora trovato la pistola dispersa tra gli scatoloni, per far capire a Shane che il rapporto con Bill non sarà molto facile. Non facile sarà comunque la permanenza a Red Hill. In città è ancora alta la tensione con il governo per l'esproprio delle montagne prospicienti la cittadina. Montagne dove gli abitanti non possono più mettere piede, <<Dio non voglia che qualcuno metta il piede su un fiore appassito.>>
 Mandato nella proprietà di  Gleason, dove qualcosa ha indotto la fuga dei cavalli, Shane si accorge della difficoltà di capire l'origine di quella diaspora...




 Tornato all'ufficio, egli lo trova trasformato in una armeria per le milizie popolari durante un'apocalisse zombie. In realtà è fuggito, quella stessa mattina, un carcerato un po' particolare. Dural "Jimmy" Conway (Tom E. Lewis) era accusato dell'omicidio della moglie e del tentativo di omicidio di un poliziotto di Red Hill. Questo avveniva nel 1995. Secondo voi chi può averlo catturato e sbattuto in carcere? Si, Old Bill!
 Tutti gli abili alle armi vengono quindi investiti del sacro compito di difendere la cittadina. I punti a maggior rischio vengono coperti, tranne quello con meno possibilità di utilizzo da parte di Conway, ossia Skins Creek Road. Visto che c'è Shane, perché non tappare anche quel buco? Visto che c'è Shane, dove passerà Conway?




 Come una lente, Patrick Hughes converge, in una cittadina australiana, il fuorilegge western che aspira a divenire vendetta. Egli lo fa rubando la luce della modernità, che accompagna l'anti-giustiziere in una cavalcata ancora più inquietante. Un miraggio di morte tra passato e presente.
 Le luci al neon quasi temono di illuminare quel lato sfregiato di Conway, enfatizzando ancor più il mistero di una figura che sembra uscita da uno slasher.




 La stessa alternanza scenografica tra spazi aperti, con le loro infinite vie di fuga e l'infinito sguardo sulla preda, e il ritorno agli angusti luoghi, sipario sugli occhi del carnefice e trappola mortale, giocano molto in questa fusione tra i due generi. Specialmente se Red Hill appare come una città fantasma in cui gli unici esseri sono votati a sterminarsi.




 Patrick Hughes gioca molto con gli stereotipi del western e lo fa con una certa ironia. La parte iniziale, con l'incontro tra Shane e Old Bill, risulta  quasi comica con questo confronto tra il ragazzo di città e uno sceriffo che sembra uscito da un film di Ford. In realtà, tutti gli abitanti di Red Hill sono dei fossili viventi, simili a dei pellerossa a cui hanno rubato la montagna sacra. Dei non-Nativi privi di onore e orgoglio.





2 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Splendida segnalazione: viva il kiwi western! ^_^

Ivano Satos ha detto...

Grazie Mille Lucius! Sempre sia lodato!!! ;)