martedì 11 agosto 2015

Paolo Nelli - Golden Boot






     Chuck ama leggere all'ombra, sul retro della casa. Chuck ama leggere nascosto dagli altri, soprattutto da suo padre, Rod il minatore. I libri son roba da donnicciole e, come dice il vecchio, roba buona per imbottirsi il deretano a protezione dei calci che ti appiopperanno quelli con più attributi di te. Per quel bifolco paranoico del padre di Chuck, l'uomo deve saper sparare. E' fondamentale. Che diavolo di uomo sei se non sai sparare?
 Ma a Chuck non piace proprio essere una di quelle zucche vuote che girano sempre armate. Zucche vuote che oltretutto puzzano come la latrina di un lazzaretto. Non è certo un caso se quei feticisti delle canne forate puzzano tutti. Chuck, se proprio deve puzzare, preferisce puzzare di cuoio, come Bill il calzolaio. Golden Boot è piena di gente che sa usare una pistola ma vi è un unico ciabattino.
 Non è che la popolazione di Golden Boot sia molto varia. Ci sono solo due minatori a spezzarsi la schiena e a rischiare la vita per un po' di polvere d'oro, Ron e Dalton. Ora è giunto anche un prete con la sua graziosa nipote, Susie, ma di anime vogliose di redimersi ve ne sono ben poche a Golden Boot. Al massimo il prete può passare del tempo a filosofeggiare con quell'insegnante disperso tra i trogloditi. L'insegnante non è un vero e proprio credente, anche se aiuta il prete nel restauro della chiesa cadente.  Sempre meglio comunque di parlar alle sedie vuote durante i sermoni.




 Chuck vive continuamente con il peso di essere un paria, un escluso. In una società maschilista, che esalta la violenza e la manualità, l'arte e il sentimento sono solo macigni innanzi a una crescita corretta e sana. Egli arriva quasi ad odiare l'insegnante che, attraverso l'amore per la poesia, è come se gli avesse trasmesso un morbo orribile e nefasto. Una lebbra che ha sconvolto il suo concetto di se. Ma Chuck non può rinnegare quell'arte posta a filtro di amplificazione dell'immensità rappresentata dalla natura incontaminata. Natura che circonda Golden Boot con la sua bellezza inviolabile. Natura che risplende anche attraverso gli occhi di Susie.
  Golden Boot è un paese strano. Non vi è uno sceriffo da almeno dieci anni, ma vi sono tutte le tombe dei passati tutori della legge. Golden Boot è un paese ricco. Ricco di persone bizzarre. Susie che ventriloqua con la sua bambola, facendole recitare versetti della bibbia e lavandola continuamente per purificarla dal peccato. Il reverendo Ralph che fa tremare il pulpito con le sue parabole, cercando di emancipare quegli uomini dal fango della perdizione, mentre le sue parole risultano vuote per un pubblico che lo assiste per la sua voce tonante e vibrante. Ma anche Bill risulta particolarmente "eccentrico" con le sue parabole incentrate sugli stivali e il cuoio...

 «Un uomo intelligente è come lo stivale che hai in mano. Se vuole resistere nel mondo deve essere doppiamente forte. Il mondo ha paura degli uomini intelligenti, e fa di tutto per poterli eliminare».




 Un mondo che sprigiona violenza in ognuna delle sue attività. Perfino i sermoni del reverendo Ralph sembrano saette scagliate da un Adonai vendicativo. Le stesse mandrie vengono descrtitte come un esercito maestoso ma dotato di un'energia potenziale capace di distruggere immediatamente quel misero villaggio.

 Rod in realtà ama quel suo figlio così strano. E' il suo desiderio è quello di mandarlo via da un luogo come quello. Il ritrovamento dell'oro è una speranza giunta finalmente a salvare non se stesso ma soprattutto suo figlio. Ma proprio quando la miniera dona a un Ron silente il frutto tanto agognato, egli muorte in uno stranissimo incidente.
 Ora Chuck dovrà scegliere se continuare a coltivare l'amore per lo spirito, o divenire la mano della giustizia. Ogni parola e ogni discorso, proferito dagli altri inconsapevolmente, non fa che rafforzare il suo desiderio di vendetta.

«Sono fuggito, ho calpestato ogni metro d’America, ma non si sfugge alla memoria, e di fronte alla morte c’è una cosa sola da fare, reagire, ragazzo. Reagire. La vita continuerebbe comunque. E allora falla continuare reagendo. Soprattutto adesso, che sei diventato uomo».

Golden Boot è un'opera splendida. Un romanzo di formazione che usa un'ironia sapiente capace di virare verso un dramma interiore in grado di eroderci dall'interno, come una tragedia classica. Un western ortiginale con un intreccio emotivo che non mancherà di colpirci con violenza ma anche con amore. Ameremo quei personaggi. Ameremo Rod, diviso tra la consapevolezza di non essere più quel macho che avrebbe voluto usare come stampo per la formazione del figlio e il desiderio di salvare quel ragazzo da un destino di violenza e soprusi. Ameremo Chuck nei suoi tormenti interiori, riconoscendovi i nostri. Ameremo la follia di ogni singola umanità di quel luogo sperduto nel deserto. Consapevoli che in ogni terreno sterile c'è una fonte inesauribile.






2 commenti:

Lucius Etruscus ha detto...

Uau, che chicca che hai stanato!

Ivano Satos ha detto...

Grazie Lucius ;) Quella di Paolo Nelli è un'opera originale e toccante. Un bel gioiello lontano dai soliti stereotipi western.