giovedì 9 aprile 2015

Louis L'Amour - Verso i Monti Azzurri





    Le lagune del Cambridgeshire e del Lincolnshire sono covi di contrabbandieri e di uomini braccati. Tom "Black" Watkins e Barnabas Sackett sentono il fiato dei loro inseguitori, umido e caldo, sulle loro membra. Due vite diverse, un pericolo in comune e il sogno di una meta condiviso: l'America. L'inglese Barnabas proviene dal Nuovo Mondo e decide di ritornare in quelle terre incontaminate per avere una nuova possibilità e fuggire dall'ingiusta furia di Elisabetta I.
 Londra è una metropoli in pieno sviluppo, navi imponenti sgravano merci misteriose e leggende di una terra sconosciuta. La luce della sua crescita è però velata dal sospetto. Barnabas dovrà evitare di cadere nelle insidie organizzate da spie astute e pazienti.
  L'opera assume spesso le sembianze di un fantasy per la descrizione di intrighi e cospirazioni, ma anche per le pennellate che L'Amour utilizza nel dipingere i paesaggi silvestri e le ombre dei vicoli e delle locande, luoghi in cui ti spetti, da un momento all'altro, l'apparizione di un essere partorito dalla stregoneria. Il soprannaturale rimane sospeso, quasi in attesa in quelle ombre ricche di sospiri. Così come in attesa si pone un futuro affrescato dalla preveggenza. Il soprannaturale infatti si mostra come dono, una capacità congenita. Un fiore passivo che sboccia mostrando meraviglie di stupore.

mercoledì 8 aprile 2015

"Il mio nome e Shangai Joe" di Mario Caiano







     Appena sbarcato a San Francisco, Shangai Joe (Chen Lee) gironzola nel quartiere cinese. Gorgheggiando con la voce di Ferruccio Amendola rifiuta tre lavori contemporaneamente. Il lavoro cercato non è di certo uno di quelli che avrebbe potuto tranquillamente fare in Cina. Joe Cerca qualcosa di diverso, qualcosa che può trovare in Texas.
 Arrivato nello stato del rodeo, la nostalgia di casa l'assale. Decide di farsi cucinare un succulento piatto di riso in bianco da un locandiere. I bifolchi texani, che assistono a questo limoncello che si nutre usando le bacchette, cominciano a deriderlo. Joe, per non mostrare di essere uno di quei cinesi chiusi e barbicati nella propria cultura, decide di far propria la tradizione occidentale e di usufruire della forchetta. Tal arnese vien però utilizzato per ferire i tre bifolchi, insieme a un piatto, uno yo-yo e al kung fu.
 Recatosi in un ranch per cercare lavoro, viene nuovamente sbeffeggiato. Non era certamente un periodo facile per gli agrumati nel profondo sud americano. Dopo aver superato alcune prove ottiene, non proprio in maniera gandhiana, un cavallo. Riesce comunque a sistemarsi in un altro ranch. Dopo una rissa, causata da una vincita a poker con citazione di Trinità annessa, è costretto a partire nuovamente.
 La voce di un cinese in giro per il Texas, a dissodare non campi ma pallide chiappe, vola di bocca in bocca fino a raggiungere il mandriano Spencer, che decide di assumerlo come cowboy da guardia delle sue bestie. I quadrupedi sono in realtà bipedi. Per la precisione sono peones contrabbandati dalla frontiera e ingaggiati da Spencer che poi vende le licenze ai coltivatori dell'Est. Joe si ribella a questo sfruttamento e comincia la sua lotta contro il crudele Spencer.

Il mio nome e Shangai Joe: Ma tu hai sempre la pistola!











mercoledì 1 aprile 2015

Jean-Yves Mitton & Gerges Ramaioli "Colorado n°2 - Chaparro"







    Nel primo numero di Colorado, "Navajos", abbiamo osservato una convergenza eterogenea di strani e assurdi personaggi verso Colorado Point. Il primo a raggiungere l'appuntamento è stato l'indiano Navaja. Big Black Banjo è riuscito a fuggire dall'inseguimento di tre simpatizzanti di Denmark Vesey..., <<maledetti musi neri!!! Di notte, sono più scuri delle loro fottute anime!>>, e a farsi medicare da Navaja. B.B.B. è stato particolarmente fortunato, uno schivo in fuga che attraversa di giorno il canyon deve ringraziare la sua buona stella se deve fare i conti solo con una ferita da arma da fuoco alla spalla. Forse più furbo è stato Wong Lee che, sprofondato nella formosa Maureen, ha navigato seminando distruzione e morte per i suoi inseguitori.
 Ne manca ancora uno però, Chaparro il messicano. Egli è stato fondamentale nella sopravvivenza di Navaja dopo la strage, da parte di soldati yankie e mercenari, del suo popolo e della sua amata. 
 Se il primo volume ha avuto come parte centrale la storia di Navaja, il secondo è incentrato su quella di Chaparro. La sua storia si alternerà a quella, di certo non noiosa, di coloro che lo attendono su Colorado Point.