Casoni Borroni, agosto 1998.
I cimiteri, per chi ha solcato la storia di quelle terre, sono come
biblioteche. Ogni lapide nasconde il racconto di una vita. Una vita
rievocata da quel nome inciso, come fumi di lauro, in un antico tempio,
che avvolgono il visitatore. Romanzi il cui rimembrare non scorre
pagine, ma dissotterra dolori sepolti che lentamente ricoprono i vivi
come i morti.
Quella terra, Lisandro
comincia a sentirsela addosso, dopo esser tornato nel luogo in cui è
nato settantacinque anni fa. Ritornato dalla California per rispondere a
un invito
inaspettato, egli troverà quei ricordi ancora vivi, come se il finire
del '44 non fosse poi così lontano. Un tempo che l'ha visto passionale e
folle, incapace di trattenere il suo spirito ribelle e vendicativo.
Un '44 in cui il Giusto non può voltare il capo altrove, facendosi magari trascinare dalla sudditanza a un padre potente o dal complesso dell'impotenza verso la forza dei possidenti locali, la cui aderenza ideologica verso correnti di amor patrio sono solo vili menzogne aristocratiche per difendere diritti altrui espropriati. Un modo per continuare a marcare il proprio territorio e i propri schiavi, perché questo era il senso reale di tal aderenza. Erano altri coloro che morivano per un ideale. Erano altri coloro che morivano per la fede, visto che anche il clero mostrerà il suo volto in questo gioco di poteri e interessi.
Un '44 in cui il Giusto non può voltare il capo altrove, facendosi magari trascinare dalla sudditanza a un padre potente o dal complesso dell'impotenza verso la forza dei possidenti locali, la cui aderenza ideologica verso correnti di amor patrio sono solo vili menzogne aristocratiche per difendere diritti altrui espropriati. Un modo per continuare a marcare il proprio territorio e i propri schiavi, perché questo era il senso reale di tal aderenza. Erano altri coloro che morivano per un ideale. Erano altri coloro che morivano per la fede, visto che anche il clero mostrerà il suo volto in questo gioco di poteri e interessi.
Il
controllo del territorio e delle altrui vite, viste come elementi
propri della terra posseduta e dominata, sono elementi che collegano
l'opera di Reali al genere western, così come la ribellione degli umili.
Ulteriore elemento di connessione e il rapporto edipico, soprattutto
con gli spaghetti western. Nell'opera incontreremo Leone, il quale
incarna perfettamente il personaggio plasmato da un padre ingombrante,
incapace di liberarsi da quel giogo che lo porge su rotaie ormai
forgiate verso un destino tragico.
Proprio
come uno spaghetti western, vedremo non solo fucilate squarciare volti
imploranti, ma anche corpi appesi come quarti di bue, a dissecar di
sangue il proprio corpo come dell'anima quello di coloro che lì li
posero.
Alessandro Reali dà
inizio a "Risaia crudele" proprio con un paesaggio tipico del nostro
genere preferito, ossia il cimitero, fonte battesimale di ogni vendetta!
4 commenti:
Da genovese, anche se non è il mio editore, devo dire che i libri dei fratelli Frilli sono sempre molto interessanti.
Verissimo, ha uno splendido catalogo!
Non avevo mai analizzato la tematica dei cimiteri prima di leggere i tuoi post, ma ora ma stuzzica particolarmente la loro simbologia.
Grazie per queste belle chicche ;-)
Grazie a te Lucius. Per gli eroi western, i cimiteri sono ottimi terreni di coltura. Infatti ci son quelli che, come i vampiri, se lo portano dietro. ;)
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